Autore Leonardo Vinci (1690/1696 – 1730)
Libretto Bernardo Saddumene (?-1734)
Dedicataria Maria Livia Spinola Borghese (1669-1732)
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Opera comica del compositore italiano Leonardo Vinci dedicata a Maria Livia Spinola Borghese, Principessa di Sulmona e di Rossano e Viceregina del Regno di Napoli .
Fu rappresentata la prima volta al Teatro dei Fiorentini di Napoli nel 1722.
La dedica: “Azzellentissema Segnora. Io spero; ca sta Commeddeja, ch’è ll’utema de chist’anno, aggia da dare qua’ poco de sfazejone a V.E. comm’a li joquature de bassetta, che dapo’ avè cagnate deverze para de carte, co ll’utemo se nce spassano no piezzo: Io ve la presento Segno’, e ve prego a benirel’a bedè recetare a lo Triatruozzolo de li Sciorentine cchiù de na vota, ca no ve despiaciarrà sentirela; ca cierte bote è meglio a sentì quatto chiacchiere de n’aggrazejato pecciottolo, che cientemila sentenzeje de no gruosso letterummeco: perdona teme la chella, che mme piglio, e dateme lecienzia, che ve pozza vasare li piede, e dechiarareme co tutto lo respetto De V. Ecc. Umeliss. Devotiss., e Obbrecatiss., Servetore Giacchino Fulci”.
TRAMA
La trama si svolge a Vietri sul Mare. Un giovane gentiluomo Carlo Celmino abbandona il suo vecchio amore Belluccia Mariano per la sua nuova fiamma, Ciomma (detta anche Ciommetella) Palummo, la quale è oggetto anche delle attenzioni amorose del barbiere Col’Agnolo. Travestita da uomo, sotto il falso nome di Peppariello, Belluccia fugge dalla casa paterna in cerca di Carlo, per poter recuperare l’onore perduto. Così travestita riesce a far innamorare di sé numerose donne del luogo, tra cui la stessa Ciomma. Giunge il padre di Belluccia, il comandante di galera Federico Mariano, servito fedelmente dal suo schiavo Assan. Riconosciuti la figlia e Carlo, minaccia ad entrambi la morte ma i due giovani, riconciliati, sposati e ottenuto il perdono paterno, partono infine lasciando ai paesani il ricordo de “li zite ‘ngalera”.
Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Li_zite_%27ngalera
Altre notizie su http://www.operabuffaturchini.it/operabuffa/libretti/ZiteNgalera1722-0.jsp
Copia del Libretto dell’opera è disponibile su http://www.bibliotecamusica.it/cmbm/viewschedatwbca.asp?path=/cmbm/images/ripro/libretti/07/Lo07400/
Teatro dei Fiorentini di Napoli
Periodo di attività: 1618-1941. Nel 1941 venne danneggiato da un bombardamento e demolito definitivamente nel 1954
Marcantonio Borghese* (1660-1729) sposò a Genova il 24 gennaio 1691 la Principessa Maria Livia Spinola (1669-1732), figlia di Carlo Spinola**, Principe di Sant’Angelo dei Lombardi, e di sua moglie Violante Spinola dei Conti di Tassarolo.
Ebbero 12 figli di cui 10 arrivati all’età adulta.
Dopo il matrimonio, essendo Maria Livia figlia unica, i genitori la accompagnarono a Roma con l’intenzione di trasferirvisi. Con la morte della moglie Violante, Carlo Spinola decise di tornare a Genova troncando ogni rapporto con la figlia e soprattutto con la famiglia Borghese.
Le volontà testamentarie di Carlo Spinola esclusero di fatto la figlia dall’eredità del patrimonio del padre che lasciò eredi due cugini Spinola.
Estratto da “I Borghese 1691-1731. La musica di una generazione” in Note d’Archivio per la storia musicale, anno I, 1983. Edizioni Fondazione Levi, Venezia 1983
* Marcantonio Borghese, Principe di Sulmona, Principe di Rossano, Vicerè di Napoli dal 1721 al 1722, Consigliere dell’Imperatore Carlo VI d’Austria.
** Carlo Spinola (1620-1699), Principe di Sant’Angelo dei Lombardi, figlio del Doge Andrea Spinola (1562-1641) e della Magnifica Cecilia Spinola di Gerolamo.
Vico San Luca, 1
16123 Genoa, Italy
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