Gio Filippo Spinola, Principe di Molfetta

Gio Filippo Spinola, Principe di Molfetta

Anno di nascita: 1609
Anno di morte: 1660

Da una memoria del convento benedettino dei Santi Nazario e Celso di Verona…

Il mese di ottobre del presente anno 1650 passò per Verona l’illustrissimo Signor Gio Filippo Spinola gentilhomo genovese et venuto a vedere il nostro quadro…Invaghitosi questo signore di questo quadro dimandò al Reverendissimo Padre don Matteo Bussolini da Bergamo, abbate del Monasterio, se si voleva venderlo…

comincia così uno degli episodi più clamorosi della storia del collezionismo europeo…
(da L’età di Rubens a cura di Piero Boccardo, pag 456, 2004 Skira Editore).

La Scheda

L’uomo

Gio Filippo Spinola nacque a Genova nel 1609, figlio di Giovanni Battista Spinola, I Duca di San Pietro, e di Maria Spinola di Filippo di Ambrogio, sposò la nipote Veronica Spinola, figlia di Luca Spinola, Principe di Molfetta, e della sorella Pellina. Fu Principe di Molfetta, titolo che ricevette in dote dalla moglie Veronica. E’ conosciuto per essere stato un grande collezionista d’opere d’arte.
Essendo figlio cadetto non ereditò il titolo di Duca di San Pietro nè il diritto di abitare al Palazzo dell’Acquasola.
Le sue residenze conosciute furono una casa nei pressi della Chiesa di San Raffaele, appartenente al suocero Luca Spinola; un appartamento nei pressi della Chiesa di Sant’Agnese di proprietà dello zio paterno Gio Luca Spinola; infine, l’appartamento superiore del Palazzo Durazzo Pallavicini

…una dimora decisamente prestigiosa degna della sua straordinaria quadreria che qui trovò una prima degna sistemazione, insieme ad alcune delle opere avute in comodato dai proprietari dell’immobile e che in parte poi potè acquistare…

(La collezione di Gio. Filippo Spinola, principe di Molfetta, a cura di Piero Boccardo pag 288 e seguenti, dal libro “Palazzo Doria Spinola, Architettura ed arredi di una dimora aristocratica genovese, da un inventario del  1727” a cura di Roberto Santamaria, Le Mani Editore).

Poche sono le notizie sulle sua vita, ebbe sicuramente a disposizione grandi somme di denaro e per ben due volte ricoprì incarichi come ambasciatore per la Repubblica di Genova. Una lettera del cardinale Mazarino che si rallegrava della nascita del figlio Francesco Maria fa pensare che fosse uomo conosciuto e di prestigio.
Egli morì nel 1660 all’età di 51 anni, si fece tumulare nell’Abbazia di San Nicolò del Boschetto.

Il Collezionista

Correva l’anno 1650 quando in occasione di un viaggio a Verona, Gio Filippo Spinola visitò il convento benedettino dei Santi Nazario e Celso dove era conservato il quadro Cena in casa di Simone il Fariseo, di Paolo Caliari, detto il Veronese (1528-1588). Il quadro, di dimensioni eccezionali (cm 314 x 451) colpì a tal punto il collezionista che offrì una cifra assolutamente irrinunciabile per averlo: 7.000 ducati pari a 21 kg d’oro. L’abate ed il capitolo dei Santi Nazario e Celso decisero di vendere l’opera, a condizione che fosse rimpiazzata da una copia, forse per cercare di dissimulare la cessione. Il dipinto destinato a sostituire l’originale venne eseguito a Genova da David Corte (1602-1657) ma non venne mai inviato a destinazione. L’acquisto suscitò clamore e stupore soprattutto per la cifra pagata, una delle cifre più alte mai offerte per l’acquisto di un’opera d’arte.
Non a caso il quadro è stato scelto per ricordare la figura di Gio Filippo di cui al momento manca una effigie.
Nello stesso viaggio Gio Filippo visitò altre opere d’arte, manifestando il suo interesse per un altro quadro del Veronese, il Martirio di Santa Giustina.

Della collezione di Gio Filippo Spinola, si conosce con certezza solo una parte in seguito ad un inventario fatto fare dalla sorella Pellina. Nel 1657 moriva a Savona a causa dell’epidemia di peste, Luca Spinola, cognato e suocero di Gio Filippo

…Cessato il contagio, il 1° settembre 1660, in forza del decreto del Senato del 17 agosto precedente, la vedova Pellina aveva fatto redigere tre distinti inventari riguardanti: i beni appartenuti al defunto marito, quelli acquistati «de miei denari» e quelli che erano stati portati in casa di detto signor Luca dal signor Gio. Filippo suo fratello e genero per far cosa grata a detta signora Pelina e per incontrare il suo gusto, massime nel componimento d’una bella Galleria. Così facendo, Pellina dichiarava di restituire quanto dovuto al fratello, manlevandosi da ogni possibile rivalsa da parte degli eredi del marito…

Le sculture, gli argenti, i paramenti, gli arazzi e i sessantacinque tra dipinti e miniature di notevole valore – annoverandosi i nomi di Rubens, Veronese, Paris Bordon (citato come «Bordonone») – registrati nel terzo elenco, dunque, non rappresentano l’intera collezione messa insieme da Gio. Filippo, ma, come si è detto “solo” quelli che aveva concesso in uso a sua sorella Pellina (da La collezione di Gio. Filippo Spinola, principe di Molfetta, a cura di Piero Boccardo pag 290 e seguenti, dal libro “Palazzo Doria Spinola, Architettura ed arredi di una dimora aristocratica genovese, da un inventario del  1727” a cura di Roberto Santamaria, Le Mani Editore).
Ad un anno dalla scomparsa dello Spinola, Salvatore Castiglione, fratello del ben più noto Giovanni Benedetto, scrisse al Duca di Mantova Carlo II Gonzaga che

…la morte del Principe di Molfetta, Giovanni Filippo Spinola, aveva affatto privata questa città di chi si dilettava e poteva spendere in pitture di questa qualità…

(da L’età di Rubens a cura di Piero Boccardo, pag 457, 2004 Skira Editore)
Immagine tratta da https://www.comune.molfetta.ba.it/vivere-il-comune/turismo/da-visitare/item/centro-antico.

Le Opere

Da La collezione di Gio. Filippo Spinola, principe di Molfetta, a cura di Piero Boccardo pag 290 e seguenti, dal libro “Palazzo Doria Spinola, Architettura ed arredi di una dimora aristocratica genovese, da un inventario del  1727” a cura di Roberto Santamaria, Le Mani Editore, alcune delle opere che hanno fatto parte della collezione di Gio Filippo Spinola. Si rimanda al libro per qualsiasi approfondimento in proposito.

Genealogia

Gio Filippo Spinola (1609-1660), figlio di Giovanni Battista Spinola, I Duca di San Pietro e Maria Spinola, di Filippo di Ambrogio, sorella del grande condottiero.

Padre
Giovanni Battista Spinola era figlio di Gio Maria Spinola (?-1601) e di Pellina Lercari (?-1623) di Giovanni Battista Lercari (1507-1592), 64° Doge della Repubblica di Genova e Maria Imperiale.

Madre
Maria Spinola (?-1642) figlia di Filippo Spinola (1536-1584), Marchese di Sesto e di Venafro, Signore di Casalnoceto, di Ambrogio e Polissena Grimaldi (1540-1585), figlia di Nicolò Grimaldi, Signore di Salerno e di Eboli, e di Giulia Cybo dei Principi di Massa.

Fratelli e sorelle: Pellina (1599-1663), sposò Luca Spinola di Gaspare, Principe di Molfetta; Polissena (1600-?), suora; Veronica (1601-?) sposò David Imperiale, marchese D’Oria; Gio Maria Spinola (1602-1666), II Duca di San Pietro, sposò nel 1629 Paola Maria di Gio Filippo Saluzzo; Angela Serafina, suora: Gio Federico (1604-1605), morto infante; Gio Geronimo (1605-1606), morto infante; Maria Camilla (1608-?) suora; Gio Carlo, frate; Gio Stefano (1612-1614), morto infante; Gio Ambrogio (1614-1646); Gio Pietro Spinola (1616-1675) sposò Maria Brigida Franzone di Agostino; Violante (1619-?) sposò in prime nozze Lorenzo Sauli di Ottavio Maria ed in seconde nozze Carlo Centurione di Luigi; Gio Domenico (1620-1660), sacerdote.

Matrimonio
Nel 1650 Gio Filippo Spinola sposò la nipote Veronica Spinola (1625-1688) di Luca Spinola di Gaspare, Principe di Molfetta, marchese di Dego, Giusvalla, Piana e Cagna in Monferrato. Da cui Francesco Maria (1655), morto infante; Francesco Maria (1659-1727), III Duca di San Pietro, Principe di Molfetta, Grande di Spagna che sposò nel 1675 Isabella Spinola Colonna, figlia di Paolo Spinola, III Marchese di Los Balbases.

 

Repertori

abbazia san nicolo del boschetto copertina

Abbazia San Nicolo' Del Boschetto

1502
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Ritratto di Giovanna Spinola Pavese (1604-1608)