Francesco Spinola

Francesco Spinola

Год смерти: 1442

Francesco Spinola ( ? — 1442 ) del ramo di San Luca q. Ottobono,  Signore di Pieve di Teco e della Valle d’Arroscia, di Lerma, capitano di squadre genovesi, difensore di Gaeta contro gli Aragonesi, lume et splendore della nation genoese. 

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Francesco Spinola ( ? — 1442 ) del ramo di San Luca q. Ottobono,  Signore di Pieve di Teco e della Valle d’Arroscia, di Lerma, capitano di squadre genovesi, difensore di Gaeta contro gli Aragonesi.
Francesco Spinola di San Luca fu un personaggio assai notevole per relazioni, ricchezze e capacità personali. Egli era uno dei figli di Ottobono Spinola q. Cattaneo, che nel 1414 acquistò il castello ed il titolo del feudo di Lerma. Come il padre Ottobono fu uno dei fautori del dominio visconteo in Genova e da sempre legato ai marchesi del Monferrato, così Francesco si mantenne sempre fedele al Duca Filippo Maria Visconti.
Nel 1426 lo stesso Filippo Maria Visconti gli conferì il governo della Valle d’Arroscia con la signoria dei castelli di Pieve di Teco e di Ranzo; nel 1432 Gio. Antonio Spinola, il fratello, ottenne  il governo di Tagliolo nel Monferrato, in realtà non si trattò di “governatorati” quanto di vere e proprie “cessioni temporanee” del territorio.
Nel 1430 Francesco Spinola fu inviato a riconquistare i territori di Chiavari e nel 1431 venne nominato ambasciatore a Siena per stipulare un trattato di Alleanza tra Genova e Firenze.
Sempre nel 1431 venne catturato dai veneziani durante uno scontro al largo di Portofino. Rimase nelle carceri venete per due anni e poi liberato nel 1433.
Nel 1435 Alfonso d’Aragona mosse la sua armata navale per riprendersi il reame di Napoli stringendo d’assedio Gaeta, per impossessarsi del trono napoletano togliendolo a Renato d’Angiò (www.wikipedia.org Assedio di Gaeta e battaglia di Ponza ) .
Genova, avversaria tradizionale degli Aragonesi, nel giugno del 1435 inviò a Gaeta Francesco Spinola, Signore di Pieve di Teco (1426-1436), come comandante del presidio genovese in difesa della città. Egli partì con due navi e 800 uomini. Giunto in Gaeta venne  costretto dall’assedio Aragonese e, subito acclamato governatore, cominciò a preparare le fortificazioni per una estrema e disperata difesa. Con lui a Gaeta si trovava Ottolino Zoppo.
L’assedio durò a lungo, fu duro, ma la resistenza di Francesco Spinola non cedette. Gli assedianti tesero a prendere la città per fame. Mancando i viveri con cui sfamare la popolazione Francesco Spinola allontanò dalla città i vecchi e i bambini, circa 4000 persone, che trovarono ricovero nel campo nemico grazie alla generosità di Alfonso. Rimasero solo pochi combattenti ormai allo stremo, ma lo Spinola non accettò la resa, fidando nei soccorsi da Genova. In un combattimento Francesco Spinola venne ferito da un dardo ad una coscia, e il suo presidio si trovò decimato dalle malattie, Genova dovette decidersi, o rinunciare alla propria dignità di Stato, o intervenire in soccorso delle sue truppe di Gaeta.
Per il suo coraggio, venne definito dagli ambasciatori di Gaeta “lume et splendore della nation genoese”: Lume e splendore della nazion genovese, la bontà del quale appresso di noi, e la diligenza in difendere la città nostra è stata tanta, che certo noi medesimi non la potremmo desiderare maggiore, il quale non come uomo che da puerizia fosse allevato delicatissimamente si è contentato di poco e di grosso cibo, come che appresso di noi l’assedio (di Gaeta) ne avesse fatto le cose molto strette.. Ma che diremo delle fatiche sue in ogni cosa che richiedeva la guerra pronto e sprezzatore della vita propria, e quasi ch’aveva per male che alcuno dei soldati il precedesse in le fatiche… A. Giustiniani.
Francesco Spinola morì a Finale il 9 febbraio del 1442 e venne tumulato nella Chiesa di San Domenico. Il corpo fu posto in un sarcofago greco-romano che gli era stato donato a Gaeta, sopra il quale fu posta la sua statua a cavallo. Dopo la demolizione di San Domenico, avvenuta nel 1825 per far posto al teatro Carlo Felice, il monumento ebbe alcuni spostamenti, e il sarcofago si trova oggi al Museo di Sant’Agostino, mentre la statua equestre è nell’atrio di palazzo Spinola, sede della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola.

Citazioni
“Homo prestante in facti d’arme” Sabellico
“Lectissimae nobilitatis viri” Bizari
“ Huomo di molto valore e autorità ” Summonte
“Vir quidem virtute et periculis expertus” Stella
“E’ una delle figure più rappresentative nella storia genovese della prima metà del sec. XV” Balbi
“Huomo di molto valore, e di autorità grandissima” Di Costanzo

testi liberamente tratti da www.wikipedia.org, www.giustiniani.info/ponza.html, Riccardo Musso ”Il dominio degli Spinola su Pieve di Teco e la Valle d’Arroscia (1426-1512), 2003
Foto archivio Fondazione Spinola

Генеалогия

Degli Spinola di San Luca

Francesco Spinola figlio di Ottobono Spinola e di Selvaggia Lomellini di Francesco
Padre
Ottobono Spinola acquista nel 1414 i diritti sulla Signoria di Lerma
Fratelli/sorelle
Gio Antonio Spinola (?) nel 1432 acquista la Signoria di Tagliolo Monferrato; Filippo Spinola (?); Bettina (?); Maria (?); Caterina (?).
Secondo Natale Battilana sposò Orietta Cicala da cui ebbe cinque figli (da altre fonti risulterebbero sette): Cristoforo; Gio Giacomo; Nicoletta; Teodoro; Manfredo.
L’unico evento storico certo è che Gentile Spinola ( nipote di Francesco, non sappiamo se in linea diretta o figlia del fratello Gio Antonio) avendo sposato Battista Spinola di San Luca quondam Giorgio (‘-1470) portò in dote al marito i titoli che aveva ereditato dal defunto Francesco Spinola: i diritti sulla Signoria di Lerma e le relazioni clientelari con i capi partito della Valle d’Arroscia (R.Musso «Il dominio degli Spinola su Pieve di Teco e la Valle d’Arroscia (1426-1512)» 2003). Le Signorie di Pieve di Teco e di Lerma per alterne fortune ed investiture seguirono il ramo discendente da Gio Antonio Spinola, fratello di Francesco.

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I monumenti Spinola

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Monumento funebre di Francesco Spinola

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Castello Spinola di Lerma

1500
Facciata Spinola pellicceria

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1593