Ritratto della Marchesa Brigida Spinola Doria

Ritratto della Marchesa Brigida Spinola Doria

1606

Autore
Sir Peter Paul Rubens (1577 – 1640)
Tecnica
Olio su tela, 152.5 x 99 cm
Proprietà
National Gallery of Art,
Washington D.C., USA

MISE EN GARDE

Sur le site spinola.it nous travaillons à la révision de tous les répertoires.
Beaucoup d’entre eux doivent encore être mis à jour dans le contenu et la mise en forme.

Sommaire

Sir Peter Paul Rubens (1577 – 1640)

Olio su tela, 152.5 x 99 cm

National Gallery of Art, Washington D.C., USA

Il quadro venne commissionato dal marchese Giacomo Massimiliano Doria. Ne raffigura la moglie Brigida Spinola Doria. Il dipinto è stato più volte tagliato su ogni lato perdendo la raffigurazione del giardino sullo sfondo e la parte inferiore della donna.

dal sito della National Gallery of Art (NGA):

Peter Paul Rubens visse e studiò in Italia fra il 1600 ed il 1609, assimilandone la ricchezza culturale e l’eredità artistica. Durante un soggiorno in Genova nel 1606, egli dipinse il ritratto della Marchesa Brigida Spinola Doria. La giovane sposa ventiduenne proveniva da una delle più importanti famiglie nobili della Repubblica. L’imponente ambientazione e l’apparenza della aristocratica marchesa non lasciano alcun dubbio sul fatto che ella fosse una persona benestante e di alto rango. Per vivacizzare la sua immagine maestosa, Rubens unì la luce al colore così come la posa della marchesa alle diagonali dinamiche dell’architettura. Luce che inonda la scena e crea campi audacemente espressivi sul suo pesante abito in raso, mentre il rosso del drappo aggiunge una drammatica enfasi. La direzione dello sguardo e la prospettiva dell’architettura indicano che il dipinto era concepito per essere appeso in alto – ben al di sopra dello spettatore.

Un disegno nella Morgan Library & Museum in New York City rivela che la pittura fosse originariamente più grande. Rubens eseguì un ritratto a figura intera, con la marchesa in piedi su una terrazza con vista su un lontano paesaggio posto nella parte sinistra della tela, ma sfortunatamente, non si sa quando nel XIX secolo, la tela fu tagliata nel formato presente.

Il giovane viso della marchesa, animato dai suoi grandi occhi marroni penetranti e dal suo gentile sorriso, è fatto risaltare dalla sua enorme quanto elegante gorgiera. La sua dominante presenza è oltretutto accentuata dal bagliore del raso, dal pizzo dell’abito, dai suoi gioielli, dagli elaborati ornamenti per capelli che ne incoronano attentamente le ciocche arricciate. Dietro di lei, il ricco prestigio del marmo e della pietra di un palazzo conferisce un senso di lusso senza limiti. La famiglia Spinola, una delle maggiori patrone dell’arte in Genova, derivava le sue ricchezze dalla attività mercantile e bancaria. Era consuetudine per le famiglie consolidare il proprio patrimonio attraverso matrimoni tra consanguinei, e Brigida Spinola sposò suo cugino Giacomo Massimiliano Doria nel 1605. Divenuta vedova nel 1613, successivamente sposò il vedovo Giovanni Vincenzo Imperiale, un senatore della Repubblica Genovese, dedito alla poesia e al collezionismo. Le proprietà personali della marchesa possono anche essere state generate dagli inusuali -per l’epoca- diritti legali e dal ruolo civico che la Costituzione di Genova garantiva alle sue donne. Il future Papa Pio II, mentre ancora era un giovane segretario al servizio di un Cardinale, commentò che Genova era un “paradiso per le donne”.

Rubens visitò Genova, un ricco centro finanziario e mercantile, al massimo due volte e chiaramente ammirava la città ed i suoi abitanti. Il loro attivo stile di vita come banchieri, mercanti, armatori e comandanti militari gli avrebbe ricordato Anversa, importante centro economico e culturale delle Fiandre. Da quando egli dipinse questo ritratto, Rubens si fermò in Italia per 6 anni. Ferrato negli ideali classici ed in filosofia, aveva lasciato Anversa intorno al 1600 per sperimentare in prima persona la tradizione artistica italiana, non solo dall’Antichità al Rinascimento, inclusi i lavori di Michelangelo e Raffaello, ma anche quella degli artisti a lui contemporanei come il Caravaggio. L’ispirazione che trasse da questa esposizione multisfaccetata influenzò profondamente il suo stile di pittura e divenne il fondamento della sua opera futura.

Dopo aver terminato il suo viaggio in Italia, Rubens ritornò ad Anversa nel 1609, all’inizio della Tregua dei 12 anni e divenne il pittore di corte dei reggenti della Corona di Spagna nelle Fiandre, l’Arciduca Alberto e l’Arciduchessa Isabella. Fu un periodo di pace e di prosperità e la reputazione artistica internazionale del Rubens risultò nelle numerose commissioni di ritratti e di dipinti a soggetto storico. Egli fondò un grande laboratorio e sviluppò relazioni di lavoro molto strette con altri importanti artisti, come Anton van Dyck, il cui ritratto del secondo marito di Brigida Spinola, Gio Vincenzo Imperiale, è nella collezione della National Gallery of Art (NGA 1942.9.89). Il capolavoro di Rubens Marchesa Brigida Spinola Doria ispirò anche il quadro di Van Dyck Elena Grimaldi Cattaneo (NGA 1942.9.92), l’imponente ritratto di un’altra Nobildonna Genovese che rappresenta una punta di diamante della collezione”.

Liberamente tradotto dal testo http://www.nga.gov/content/ngaweb/Collection/art-object-page.46159.html

Nel 1613 il quadro risultava elencato nell’inventario dei beni post mortem di Giacomo Doria. La proprietà passò al fratello di Giacomo, Gio Carlo Doria e solo alla morte di questi avvenuta nel 1625, Brigida Spinola, allora Imperiale per aver sposato Gio Vincenzo, rientrò in possesso del dipinto. Nel 1661 l’opera era elencata nell’inventario della collezione Imperiale, di proprietà di Francesco Maria Imperiale ( 1606-1678), figliastro della Nobildonna. Nel 1735 era’ ancora di proprietà di un Francesco Maria Imperiale ( 1653 -1736) e fino alla fine del XVIII secolo rimase di proprietà Imperiale, per poi passare alla collezione Rati Opizzione di Torino. Dai Rati Opizzione venne venduto al Generale Sir John Murray (Clermont – Fifeshire), quindi a Sir Thomas Lawrence a Londra. Nel 1957 entrò nella collezione di Samuel H.Kress che ne fece dono dono alla National Gallery of Art di Washington ( Piero Boccardo ed Anna Orlando in « L’Età di Rubens » 2004, Skira Editore, scheda n 29 pag 208)

https://www.wikiwand.com/it/Ritratto_di_Brigida_Spinola_Doria

Link foto www.wikipedia.org su concessione di www.peterpaulrubens.org

Lieu

Lieu

Ritratto della Marchesa Brigida Spinola Doria

National Gallery of Art,
Washington D.C., USA
https://www.nga.gov/

Galerie

Histoire

Nel 1613 il quadro risultava elencato nell’inventario dei beni post mortem di Giacomo Doria. La proprietà passò al fratello di Giacomo, Gio Carlo Doria e solo alla morte di questi avvenuta nel 1625, Brigida Spinola, allora Imperiale per aver sposato Gio Vincenzo, rientrò in possesso del dipinto. Nel 1661 l’opera era elencata nell’inventario della collezione Imperiale, di proprietà di Francesco Maria Imperiale ( 1606-1678), figliastro della Nobildonna. Nel 1735 era’ ancora di proprietà di un Francesco Maria Imperiale ( 1653 -1736) e fino alla fine del XVIII secolo rimase di proprietà Imperiale, per poi passare alla collezione Rati Opizzione di Torino. Dai Rati Opizzione venne venduto al Generale Sir John Murray (Clermont – Fifeshire), quindi a Sir Thomas Lawrence a Londra. Nel 1957 entrò nella collezione di Samuel H.Kress che ne fece dono dono alla National Gallery of Art di Washington.

Décoration

…Luce che inonda la scena e crea campi audacemente espressivi sul suo pesante abito in raso, mentre il rosso del drappo aggiunge una drammatica enfasi. La direzione dello sguardo e la prospettiva dell’architettura indicano che il dipinto era concepito per essere appeso in alto – ben al di sopra dello spettatore…

Il giovane viso della marchesa, animato dai suoi grandi occhi marroni penetranti e dal suo gentile sorriso, è fatto risaltare dalla sua enorme quanto elegante gorgiera. La sua dominante presenza è oltretutto accentuata dal bagliore del raso, dal pizzo dell’abito, dai suoi gioielli, dagli elaborati ornamenti per capelli che ne incoronano attentamente le ciocche arricciate. Dietro di lei, il ricco prestigio del marmo e della pietra di un palazzo conferisce un senso di lusso senza limiti.