Palazzo di Jacopo Spinola di Luccoli

Palazzo di Jacopo Spinola di Luccoli

1459

Denominazione Spinola
PALAZZO DI JACOPO (o GIACOMO) SPINOLA DI LUCCOLI
Nome attuale
Palazzo Spinola dei Marmi
Indirizzo
Piazza Fontane Marose, 6 – Genova
Attuale/i proprietario/i
Banco di Sardegna
Stato di conservazione
ottimo
Visibilità
esternamente. L’interno viene aperto al pubblico su gentile concessione della proprietà in occasione di determinate manifestazioni culturali.
Anni di costruzione
dal 1445 al 1459
Architetto
ignoto

ATTENZIONE

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La Scheda

“Palazzo di abitazione signorile, con un piano nobile e due mezzanini. Il prospetto principale è composto da quattro assi di finestre, e spartito da due marcapiani, infine arricchito da cinque nicchie con statue, epigrafi celebrative e bassorilievi con armi degli Spinola. Nonostante diversi interventi, esterni ed interni (effettuati alle aperture, al paramento murario, alla stessa distribuzione dell’edificio), bisogna dire che l’edificio conserva ancora, apparentemente, qualità quattrocentesca; e tale si è mantenuto anche dopo gli ultimi lavori. Il cortile retrostante, cui si accede dal piano nobile, comunica con via san Sebastiano, attraverso il civico n. 20 il quale resta, pertanto, un accesso supplementare dell’edificio, senza alcun’altra relazione con la costruzione in cui è oggi inserito”. “L’unitarietà dei caratteri stilistici dell’edificio attualmente leggibili, soprattutto sul prospetto principale, è dovuta ad un restauro del 1903 eseguito sotto il controllo dell’Ufficio regionale delle Belle Arti, allora diretto da Alfredo D’Andrade, e completato, probabilmente, entro il 1905. Questo restauro “controllato” era intervenuto per impedire i lavori con cui i proprietari dell’epoca, Migone, avrebbero voluto modificare, soprattutto, le aperture delle finestre.
Esso portò alla demolizione di quattro poggioli del piano nobile, a balaustra, che appartenevano ad una ristrutturazione avvenuta a fine ‘500. In questa stessa occasione del 1903 furono “rifatte” anche le quadrifore che ora si vedono al piano nobile, e sono così importanti per la fisionomia dell’edificio. Le quadrifore furono eseguite secondo una proposta disegnata dall’architetto Crotta. Infine, sempre con questo restauro di inizio secolo, furono ripresi sui prospetti laterali i motivi a strisce bianche e nere della facciata principale”. (Testo tratto da Poleggi in Tentori F. (a cura di), Palazzo Spinola dei Marmi. Il restauro come trasformazione, Genova 1992, pp. 107-131. Immagine : particolare foto pag. 118).

Il palazzo fu inserito nel sistema dei Rolli: 1576 (II) a nome Antonio Spinola quondam Tommaso, 1588 (III) a nome Antonio Spinola quondam Tommaso, 1599 (II) a nome Tommaso Spinola, 1614 (I) a nome Tommaso Spinola e 1664 (III) a nome Tommaso Spinola quondam Giuliano.
Notizie tratte da http://www.irolli.it/genova_unesco/palazzo/piazza_fontane_marose_6.html

Immagine su gentile concessione Tormena Editore

Dove

Dove

Palazzo di Jacopo Spinola di Luccoli

Palazzo Spinola dei Marmi oggi Banco di Sardegna
Piazza Fontane Marose 6
16123 Genova

Il palazzo si contraddistingue nel contesto urbano per la sua peculiare facciata.

La Storia

Palazzo Spinola dei Marmi sorge su un isolato definito, ad est, dall’antico asse di via San Sebastiano, tracciato nel 1134, a nord, da Salita Santa Caterina, un tempo, “vico dritto di Luccoli”, a sud, da vico dei Parmigiani o Parmegiani, infine, ad ovest, dallo slargo antistante, oggi, parte integrante di piazza Fontane Marose ma, un tempo, piazza degli Spinola. L’intera area era, per la maggiore, di proprietà Spinola, infatti, nella prima metà del XIII secolo, Guglielmo, figlio di Oberto Spinola, dividendosi dagli Spinola di San Luca, forse per la ristrettezza degli spazi ed un aumento dei componenti della famiglia, fondò nella contrada di Luccoli, un nuovo nucleo. La scelta del luogo non fu casuale, in quanto, si attestava a ridosso del centro abitato dove vi era ancora spazio edificabile, inoltre, era all’interno delle mura cittadine, protetto dalla collina (oggi Villetta di Negro) su cui si ergeva un fortilizio, costruito nella metà del XII secolo ed, infine, controllava l’accesso urbano di nord-est. Le prime notizie risalgono al 1310, data in cui venne distrutta Torre Spinola che occupava una parte dell’isolato. Essa venne demolita in occasione della sconfitta di Opizzino Spinola. Si passa al 1414, quando, sul lato sud dell’isolato, (vico dei Parmigiani), si affacciava la casa di Jacopo Accornero mentre, su quello ovest, (ossia, su piazza Fontane Marose), c’erano due case con retrostanti giardini di Valerano Spinola e Gerolamo Spinola. Queste ultime, nel 1459, risultavano già accorpate in un unico edificio di Francesco Spinola quondam Iacobi. Nell’epigrafe collocata in facciata sotto la statua di Calvot si fa riferimento a questo Jacopo, figlio di Caroccio e pronipote di Gerardo, signore di Lucca e di Tortona, come costruttore dell’edificio. Le fonti rivelano che egli fece testamento nel 1445, lasciando molti beni al Banco di San Giorgio. Nel 1459 l’edificio venne censito nella Gabella possessionum come domus de novo edificata a nome del già citato Francesco Spinola, quindi, la sua fondazione si può stabilire in questo breve arco temporale. La sua storia continua: nel 1588 è di proprietà di Antonio Spinola marmari (quondam) Tomaso, così come nel 1595, quando l’edificio fu oggetto delle prime trasformazioni, sempre connesse all’isolato in cui sorge. Nell’arco di nemmeno un secolo si costruì un corpo retrostante, su via San Sebastiano, cambiando completamente il rapporto che l’originaria domus, con il suo piano nobile, aveva nei confronti del giardino, annullando la verdeggiante visuale ed innescando quell’inevitabile meccanismo di “intasamento” degli spazi che, col tempo, ha portato alla chiusura dei quattro lati dell’isolato, così come oggi appare. Nel 1780, infatti, il lotto ha ormai tre lati definiti da costruzioni, solo quello a nord, corrispondente all’attuale cortile, era ancora libero. Il Catasto napoleonico del 1810 conferma che nell’isolato vi erano tre unità edilizie, corrispondenti a quelle odierne. Gli interventi urbanistici che modificarono l’aspetto di Piazza Fontane Marose, successivi al 1832 ed al 1869, comportarono per il nostro edificio, un accrescimento della parte basamentale lungo il prospetto principale con relativo “allungamento” sia delle porte sia delle finestre ed una loro risistemazione su progetto dell’ingegnere-architetto civico Timosci che disegnò, anche, i bassorilievi oggi visibili sopra le botteghe.
Il palazzo ormai entrato nell’immaginario collettivo, a far parte dei simboli della città, fu inoltre sede di importanti fatti storici. Alla fine del Settecento, vi era insediata la Legazione di Francia e l’Ambasciatore, Carlo Faipoult Maisoncelle, amico personale di Napoleone Bonaparte. Giuseppina Tascher de la Pagerie, moglie di Napoleone nel 1796, vi soggiornò in quell’anno. Nelle sue stanze si svolsero, con probabilità, i preparativi per la sommossa che, nel maggio 1797, segnò la nascita della Repubblica Ligure. (A cura di Silvia Melogno, cfr. Bibliografia).

Decorazione

Il palazzo si contraddistingue nel contesto urbano per la sua peculiare facciata, realizzata alternando liste di marmo bianco ad altre di ardesia. La singolarità del fronte fu tale che il dato estetico si trasferì come appellativo ai proprietari, infatti, furono chiamati, Spinola “Marmari”. L’eccezionalità risiede ancor più nelle cinque statue in nicchia poste a livello del piano nobile, ritraenti diversi eccellenti personaggi della famiglia Spinola. Questa ideazione artistica-architettonica così marcata, tesa evidentemente a glorificare il nobile casato, anticipa di almeno un secolo la tradizionale consuetudine genovese delle cinquecentesche facciate dipinte, buona parte delle quali è improntata sul tema celebrativo (un esempio, fra i tanti, è il palazzo di Massimiliano Spinola o della Prefettura, dove vi sono due cicli pittorici, uno, dedicato alle Imprese Doria, l’altro, a quelle Spinola, a testimonianza dell’avvenuto passaggio di proprietà dall’una all’altra famiglia). Le statue, con probabilità, opera di Leonardo Riccomanno, rappresentano, da sinistra: Oberto Spinola, fu Guglielmo, primo abitatore di Luccoli e capitano del Popolo nel 1270; Corrado Spinola, fu Oberto, capitano della Repubblica nelle 1296, morto nel 1303; Opizzino Spinola, capitano della Repubblica nel 1306; Calvot Spinola, sorella di Gerardo, unica erede della famiglia nella seconda metà del secolo XIV; infine, una Figura di comandante. Quest’ultima non è sicuramente coeva alle altre, infatti, al 1645 ancora non c’era. Cosa che risulta da una ricognizione notarile voluta da G.B. Spinola quondam Tomaso. Nello stesso documento è segnalata l’esistenza di una fontana posta sul lato sinistro della Piazza Spinola, con l’epigrafe Thomas Spinula q. Juliani ad eius beneplacitum fontem hanc aperuit anno MDCLXV. La fontana oggi si trova nella Villa Migone di Via San Fruttuoso 68 in Genova.
Il discorso si completa prendendo in considerazione le quadrifore a livello del piano nobile, frutto dell’intervento novecentesco che porta il segno dell’architetto Alfredo D’Andrade. Si ricordano, per gli interni, il grande salone, a cui corrispondono tre delle sopraccitate quadrifore e la loggia, rivolta verso il cortile, sul retro. Quest’ultima, in origine, si affacciava sul giardino, una scelta progettuale che rinvia alle panoramiche logge delle ville extraurbane più che ai palazzi cittadini. Essa venne rimodernata in forme databili al XVI secolo che si sono conservate fino ad oggi: a tre arcate, di cui quella centrale di raggio maggiore rispetto alle laterali ma, la particolarità risiede nell’utilizzo di colonne e capitelli quattrocenteschi, risalenti all’epoca di fondazione dell’edificio. Le modifiche del XVI secolo comprendono, inoltre, la rettifica dello scalone e l’esecuzione di nuove coperture a volta a padiglione lunettata per le due sale a meridione del primo e del secondo piano (o nobile), quest’ultima, forse, affrescata da Bernardo Castello. (A cura di Silvia Melogno, cfr. Bibliografia).

Bibliografia

  • Alizeri F., Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze, Genova 1875, p. 228
  • Cadoni M.G. (a cura di), Banco di Sardegna S.p.A. Invito a Palazzo Ottobre 2010, Genova (?) 2010, pp. 71-77
  • Croce I. (a cura di) con disegni di Guido Zibordi Marchesi, La misura della bellezza. I 42 Palazzi dei Rolli, Genova 2009, pp. 19-20
  • Grossi Bianchi L. – Poleggi E., Una città portuale del medioevo. Genova nei secoli X-XVI, Genova 1979, p. 250
  • Grosso O., Dimore Genovesi. I Palazzi -Le Ville-I Castelli, Milano 1956, p. 72
  • Poleggi E. (a cura di), Guide di Architettura. Genova, Chieri (To) 1998, p. 31
  • Poleggi E. (a cura di), Una reggia repubblicana. Atlante dei palazzi di Genova 1576-1664, Torino 1998, p. 186
  • Poleggi E., Il rinnovamento edilizio genovese e i magistri Antelami nel secolo XV, in Arte lombarda, rivista di Storia dell’Arte, Anno XI – secondo semestre 1966, Atti del convegno internazionale “Premesse per un repertorio sistematico delle opere e degli artisti della Valle Intelvi”, promosso dalla “Magistri Intelvesi” e diretto da Maria Luisa Gatti Perer. Villa Monastero di Varenna, 1-4 settembre 1966, Milano 1966, pp. 53-68 (in particolare p. 58 e 65 n. 25)
  • Pomella G. (a cura di) fotografie di Tambuscio P., Palazzi dei Rolli, Genova 2003, p. 23
  • Rausa M., Piazza Fontane Marose, a cura del Credito di Venezia e del Rio de la Plata, Genova 1963, pp. 55; 94-96 (vedi inoltre, per un approfondimento circa la storia della Famiglia Spinola, pp. 84-94)
  • Tentori F. (a cura di), Palazzo Spinola dei Marmi. Il restauro come trasformazione, Genova 1992