Chiesa e Monastero di Santa Caterina D’Alessandria

Chiesa e Monastero di Santa Caterina D'Alessandria

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Santa Caterina era importante perché rappresentava la Chiesa degli Spinola di Luccoli, benché sempre indipendente e retta prima dalle Clarisse e poi dai Benedettini. Questo è tanto vero alla luce del fatto che sulla facciata del tempio cristiano era affrescato lo stemma della famiglia e sulla porta ricompariva l’araldica con epigrafe commemorativa che ricordava alcuni membri del nobile casato. E’ inutile dire quanto gli Spinola incisero sulla costruzione del complesso, basti dire che vi erano ben cinque cappelle sotto il loro patronato. Tra i maggiori personaggi Spinola legati a Santa Caterina vi sono: Corrado Spinola, con lapide che indicava il suo titolo di Capitano e Signore di Genova (1304), già incontrato in pregressi studi per il Palazzo Spinola dei Marmi in piazza Fontane Marose, dove la famiglia lo celebra in facciata dedicandogli una statua in nicchia. Luca Spinola, Doge dal 1551 al 1553, che fu sepolto (1562) nella cappella di suo patronato dedicata a San Benedetto e, inoltre, fece eseguire la pregevole pala d’altare con i Santi Benedetto (titolare dell’ordine), Giovanni Battista (protettore della città) e Luca (l’omonimo Santo), opera di Luca Cambiaso, quadro ancora oggi esposto nel Battistero di San Giovanni il Vecchio della Cattedrale di Genova. Il Cardinale Giulio Spinola sepolto nel 1691 a Roma nella chiesa di Sant’Andrea al Quirinale, che aveva in Santa Caterina un cenotafio (1666) nella cappella di Santa Gertrude e, infine, l’Arcivescovo di Genova Giovanni Battista Spinola, deposto nella cappella della Beata Vergine di Monserrato patrona della sua famiglia (1704).
Il monastero e la Chiesa vennero soppressi nel 1799 e demoliti definitivamente nel 1830.
La descrizione dell’antica chiesa di S. Caterina, cioè quella fondata nel 1228 e giunta fino all’inizio del XVI secolo, non ci è pervenuta. Abbiamo invece quella di tutto il complesso come si presentava sul finire del XVII secolo nel Ms. del Gervasi; nonché la descrizione della chiesa com’era alla metà del sec. XVIII nel Ratti (1780) e nell’Olivieri (1764).
Si accedeva alla chiesa facendo pochi passi nell’attuale salita Di Negro, e quindi volgendosi a destra. La chiesa rimaneva perciò con il coro a levante. Era una delle più vaste della città, con tre navate divise da colonne di marmo e dieci cappelle incavate laterali, oltre al presbiterio.
Sopra la porta della chiesa, Crocifisso tra la Madonna e S. Giovanni, statue di Luca Cambiaso. Inoltre, dipinto, lo stemma Spinola. Era all’interno tutto dipinto a fresco “benché debolmente” (Ratti, 1780) dai fratelli Calvi.
Il monastero, infine, era ampio, magnifico, arioso, conteneva all’interno un chiostro di discreta ampiezza le cui pareti erano coperte di pitture con ritratti di Santi, Vescovi e Cardinali dell’ordine benedettino.

Testo tratto da: Giuseppe Marcenaro, Francesco Repetto, Dizionario delle Chiese di Genova, vol. II, Edizioni Tolozzi, Genova 1974
Domenico Piaggio, Facciata della Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, tratta da: Epitaphia, sepulcra et inscriptiones cum stemmatibus, marmorea et lapidea existentia in Ecclesiis Genuensibus, Tomo IV, Manoscritto, 1720 circa. Il testo appartiene alla Biblioteca Civica Berio di Genova che si ringrazia per la gentile concessione.

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Chiesa e Monastero di Santa Caterina D'Alessandria

La chiesa sorgeva in salita Santa Caterina, precisamente poco oltre piazzetta Rovere, faceva angolo con salita Di Negro ed occupava pressappoco il sito dove sono i palazzi segnati coi civici numeri 6, 8 e 10.

History

  • La chiesa sorgeva in salita Santa Caterina, precisamente poco oltre piazzetta Rovere, faceva angolo con salita Di Negro ed occupava pressappoco il sito dove sono i palazzi segnati coi civici numeri 6, 8 e 10
  • La prima pietra fu posta per mandato di Papa Gregorio IX, il 21 dicembre 1228 dall’arcivescovo di Genova Ottone Ghiglini
  • La chiesa fu eretta nel luogo di altra più antica, che pare fosse dedicata a S. Seraffa, (la schiava o compagna giovinetta di Santa Sabina), edificio che forse vi rimase incorporato
  • La chiesa o monastero di S. Seraffa in Genova doveva essere in relazione con l’omonima chiesa che era in possesso degli Spinola sui colli tra Arquata e Gavi, ancora oggi detti di santa Seraffa, anche se ivi la chiesa non esisteva già più dal declinare del XVI secolo
  • La chiesa di Santa Caterina fu fondata appositamente per le monache clarisse
  • Alessandro IV nel 1257 univa questo monastero a quello delle benedettine di S. Giovanni di Loano
  • La comunità in questo primo secolo raggiunse il numero anche di ottanta monache
  • Dal 1403 il Comune di Genova deliberò di sovvenzionare il monastero di Santa Caterina fissando per esso tutti gli introiti della colonia di Pera
  • E’ datata 6 febbraio 1430 la supplica da parte del Governatore Ducale al Papa che raccomanda la petizione delle monache di S. Caterina alle quali, in quei giorni, era bruciato il monastero
  • Nel 1443 le monache di Santa Caterina, essendo sorte differenze fra esse e i prelati del loro Ordine, mutarono abito e regola in quelli di San Benedetto
  • Ridotte le monache a solo tre, Leone X, nel 1513 sciolse l’unione già seguita di questo monastero con quello di Santa Chiara di Albaro e le monache rinunciarono al monastero e chiesa in favore dei monaci benedettini di S. Benigno di Capodifaro. Nel 1576 erano ancora vive quattro di esse: cioè Despina e Francischetta Spinola, Pellegrina e Battina Grimaldi
  • Con decreto del 18 settembre 1515 dei Padri del Comune, i Benedettini ottennero pertanto di occupare tutto il terreno posto al sommo di Luccoli. Essi subito rifecero di pianta chiesa e monastero, col largo consenso della famiglia Spinola. Questa ebbe sulla porta della chiesa il suo stemma gentilizio e l’epigrafe: AERE SPINULORUM FAMILIAR. DE LUCULO | GUBERNATORIBUS OBERTO PAULI PAULO | GREGORII ET FEDERICO JO. JACOBI. Il notaio Antonio Pastorino nel 1522 registra il contratto tra gli artisti Bernardino Fasolo e Antonio Semino con Giovanni Battista Spinola q. Andalonis per dipingere la cappella di San Giovanni Battista in detta chiesa. Si associò all’opera di costruzione della chiesa Vincenzo Sauli fu Bendinelli che riedificò il coro e il presbiterio. Gli Spinola eressero allora un grande mausoleo in cornu epistolae con iscrizione che narrava le loro glorie
  • La chiesa fu ultimata nel 1530
  • Nel 1575 il cardinale Morone liberò questo monastero da quello di San Benigno; liberazione confermata nel 1578 con bolla di Gregorio XIII
  • In ottemperanza al breve di Paolo IV, in data 6 dicembre 1605, il numero dei monaci di S. Caterina fu fissato in ventiquattro
  • L’11 settembre 1638, nell’annuale festa civile detta dell’Unione, il noto P. Fabio Ambrogio Spinola d. C. d. G. teneva, alla presenza del Doge, l’orazione commemorativa intitolata La Corona Reale
  • Il 17 marzo 1799 il governo democratico di Genova intimò ai monaci benedettini di sgomberare e di concentrarsi in S. Nicolò del Boschetto in Polcevera, e quindi soppresse chiesa e monastero. Questo fu venduto a privati dal governo francese e trasformato in abitazioni. La chiesa, in parte demolita, in parte venne concessa ai greci-scismatici, chiamati Scarabuccini, che l’utilizzarono fino al 1805
  • Intorno al 1830 su quell’area sorsero i caseggiati che ancora oggi si vedono, i civ. 6, 8 e 10
    Testo tratto da: Giuseppe Marcenaro, Francesco Repetto, Dizionario delle Chiese di Genova, vol. II, Edizioni Tolozzi, Genova 1974

Decoration

Le cinque cappelle Spinola

  • Cappella di San Benedetto: era stata fatta fabbricare dal Doge Luca Spinola dove fu anche sepolto. Fu dipinta da Luca Cambiaso con alcune storie della Vita di San Benedetto. All’altare, tavola ad olio sempre del Cambiaso con SS. Benedetto, Battista e Luca che, trasportata nel duomo di San Lorenzo, fu verso il 1953 ivi collocata nel battistero. Il Cambiaso scolpì la piccola figura del Crocifisso e dei SS. Benedetto e Luca. Nella cupola, Angioletti; nei peducci, Evangelisti.  Per maggiori informazioni  G.Langosco , Una delle più belle chiese che si ammirassero in Genova – Santa Caterina di Luccoli e la dispersione del suo patrimonio artistico, in I Monumenti Spinola, a cura di F. Simonetti, G. Zanelli, Genova 2018
  • Cappella dei SS. Giovanni Battista e Mauro: con i SS. Gio. Battista, Benedetto e Mauro in contemplazione della Vergine presentata al Tempio, del Sarzana; affreschi della volta con la Vergine Assunta del Benso (è tuttora visibile nella calotta della cappella in un appartamento del palazzo n. 8 di Salita S. Caterina). Nel 1865 la tavola del Sarzana era in Santa Marta, sul primo altare a sinistra. Questa cappella degli Spinola passò in proprietà a Don Giovanni Carnejo Aleman, inviato del Re di Spagna.
  • Cappella di Santa Caterina: tavola dello Sposalizio di Santa Caterina di Pietro Sorri.
  • Cappella di Santa Gertrude: tavola di S. Gertrude comunicata da Nostro Signore di Giovanni Battista Carlone (potrebbe essere quella che si trova all’Albergo dei Poveri, indicata dal Banchero nella Guida di Genova, p. 20). Qui vi erano il cenotafio del Cardinale Giulio Spinola e di suo fratello Francesco Maria, scolpiti dal Baratta e commissionati da Giovanni Battista Spinola, Cardinale di San Cesareo, figlio di Francesco Maria e nipote di Giulio. Per maggiori informazioni F.Freddolini, Storie di marmi e di famiglie: i ritratti di Giulio e Francesco Maria Spinola, in I Monumenti Spinola, a cura di F. Simonetti, G. Zanelli, Genova 2018
  • Cappella ed Oratorio di Nostra Signora di Monserrato: aveva una statua eretta nel 1639 da Marcantonio Poggio. In questa cappella, dedicata alla patrona della famiglia, era stato deposto l’Arcivescovo di Genova Giovanni Battista Spinola.

Testo tratto da: Giuseppe Marcenaro, Francesco Repetto, Dizionario delle Chiese di Genova, vol. II, Edizioni Tolozzi, Genova 1974

Bibliography

  • Giuseppe Marcenaro, Francesco Repetto, Dizionario delle Chiese di Genova, vol. II, Edizioni Tolozzi, Genova 1974
  • Massimo Gervasi, Origine degli monasteri della Congregazione Cassinese colle notizie degl’uomini illustri, giurisdizioni spirituali e temporali, n° de monaci d’ogni monastero, che alimentano etc., Ms. anno 1695-98, nel monastero di San Benedetto di Polirone
  • Carlo Giuseppe Ratti, Instruzione di quanto può vedersi di più bello in Genova in pittura, scultura ed architettura, Genova 1780
  • Tommaso Maria Olivieri, Genova Sacra nelle sue chiese, monisteri, luoghi pii, ecc. ecc., Ms. anno 1764-1784, nella Biblioteca-Archivio Provinciale dei Padri Cappuccini di Genova
  • Domenico Piaggio, Ephitaphia, sepulcra et inscriptiones cum stemmatibus, marmorea et lapidea existentia in Ecclesiis Genuensibus, tomo IV, Ms. anno 1701